3) CONSAPEVOLEZZA LA CHIAVE CHE APRE TUTTE LE PORTE:
È importante che le persone vi dicano da che parte stanno e perché, e se sono faziose. Una sorta di dichiarazione di interesse militante. Quindi, sto per parlarvi di lettura. Sto per dirvi che le biblioteche sono importanti. Sto per sostenere che leggere fiction, leggere per piacere, è una delle cose più importanti che una persona possa fare. Sto per lanciare un caloroso appello affinché le persone comprendano cosa sono le biblioteche e i bibliotecari, e per preservare il futuro di entrambi. Perché, dicono, tutto cambia quando leggiamo.
Ed è questo cambiamento, questo atto di leggere di cui voglio parlare questa sera. Voglio parlare di cosa succede quanto si legge. A cosa serve.
La fiction ha due funzioni. Primo, è una porta di ingresso alla lettura. L’impulso di conoscere ciò che succede più avanti, di voler girare pagina, il bisogno di continuare, anche se è difficile, perché qualcuno è in difficoltà e devi sapere come andrà a finir…questo è un impulso molto reale. E ti obbliga a imparare nuove parole, a pensare nuovi pensieri, ad andare avanti. A scoprire che leggere in sé è piacevole. Una volta che hai imparato questo, sei sulla strada giusta per leggere qualsiasi cosa. E leggere è la chiave. C’erano chiacchiere fatte per qualche tempo, alcuni anni fa, sull’idea che stessimo vivendo in un mondo post-alfabetizzato, in cui l’abilità di interpretare la parola scritta era ridondante, ma quei giorni sono passati; le parole sono più importanti di quanto non lo siano mai state: navighiamo il mondo attraverso le parole, e quando il mondo scivola nel web dobbiamo seguirlo, per comunicare e comprendere quello che stiamo leggendo.
Le persone che non si comprendono a vicenda non possono scambiarsi idee, non possono comunicare, e i programmi di traduzione hanno grossi limiti.
Il modo più semplice per assicurarsi di crescere bambini alfabetizzati è di insegnare loro a leggere, e mostrare loro che leggere è un’attività piacevole. E questo significa, nella sua forma più semplice, trovare libri che possano divertirli, dare loro accesso a questi libri e permettere loro di leggerli.
La seconda funzione della fiction è costruire empatia. Quando guardate una serie TV o un film, vedete cose che succedono ad altre persone. La prosa è qualcosa che si costruisce combinando ventisei lettere e una manciata di segni di punteggiatura, e tu, soltanto tu, usando la tua immaginazione, crei un mondo, e lo popoli e lo guardi attraverso gli occhi di qualcun altro. Ricevi sensazioni, visiti posti e mondi che non potresti conoscere altrimenti. Impari che anche tutti gli altri là fuori sono un io. Ti ritrovi nei panni di qualcun altro, e quando ritorni nel tuo mondo, sarai leggermente diverso.
L’empatia è uno strumento per integrare persone in gruppi, per permetterci di funzionare come qualcosa di più che individui ossessionati da noi stessi.
Attraverso la lettura, stai anche scoprendo qualcosa di estremamente importante per farti strada nel mondo. E questo è:
IL MONDO NON DEVE ESSERE COSÌ. TUTTO PUÒ ESSERE DIVERSO.
Ero in Cina nel 2007, alla prima Convention di Fantasy e Fantascienza approvata dal partito nella storia del paese. A un certo punto ho preso da parte un alto ufficiale e gli ho chiesto Perché? Questo tipo di letteratura è stata bandita per moltissimo tempo. Cosa è cambiato?
È semplice, mi ha detto. I cinesi erano eccezionali nel creare cose se altre persone portavano loro i progetti. Ma non innovavano e inventavano. Non immaginavano. Quindi hanno mandato delegazioni negli Stati Uniti, a Apple, Microsoft, Google, e hanno chiesto alle persone che inventano il futuro lì qualcosa su loro stesse. Hanno scoperto che tutte loro avevano letto fantascienza quando erano bambini.
La fiction può mostrarti un mondo diverso. Può portarti in posti in cui non sei mai stato. Una volta che hai visitato altri mondi, come quelli che hanno mangiato i frutti delle fate, non puoi mai essere veramente contento del mondo in cui sei cresciuto. Il malcontento è una cosa positiva: le persone possono modificare e migliorare il loro mondo, lasciarlo meglio di come lo hanno trovato, diverso.
E mentre siamo in argomento, vorrei dire qualche parola sul concetto di fuga dalla realtà. Sento questo concetto sbandierato in giro come se fosse cosa negativa. Come se questo tipo di fiction sia un oppiaceo di bassa lega utilizzato dai confusi, gli sciocchi e i disillusi, e l’unico tipo di fiction che è meritevole, per adulti e bambini, è la fiction “mimetica”, che rispecchia il peggio del mondo in cui lettore si trova.
Se fossi intrappolato in una situazione impossibile, in un posto spiacevole, con persone che vogliono farvi del male, e qualcuno vi offrisse una fuga temporanea, perché cogliere l’occasione? La fiction d’evasione è semplicemente questo: fiction che apre una porta, mostra la luce del sole fuori, dà un posto in cui andare dove si è in controllo, stare con persone con cui si vuole stare (e i libri sono luoghi reali, non abbiate dubbi in proposito); e più importante di tutto, durante l’evasione, i libri possono dare una conoscenza del mondo e della propria situazione, dare armi e armature: cose reali che si possono riportare con sé nella prigione. Abilità, conoscenze e strumenti che si possono usare per fuggire per davvero.
Come ci ricorda J. R. R. Tolkien, le uniche persone che inveiscono contro la fuga sono i carcerieri. Un altro modo per distruggere l’amore di una bambina per la lettura, ovviamente, è di fare in modo che non ci siano libri di nessun tipo intorno a lei. E di non fornirle alcun tipo spazio in cui leggere.
Mi preoccupa che qui, nel ventunesimo secolo, le persone non capiscano che cosa siano le biblioteche e quale sia il loro scopo. Se ritieni che una biblioteca sia un enorme scaffale di libri, potrebbe sembrare antiquato o superato in un mondo in cui la maggior parte dei libri , ma non tutti, esiste anche in digitale. Ma questo è completamente fuori strada.
Credo abbia a che fare con la natura dell’informazione.
L’informazione ha valore, e l’informazione giusta ha un valore enorme. Per tutta la storia dell’umanità, abbiamo vissuto in un epoca di scarsità dell’informazione, e avere l’informazione necessaria è sempre stato importante, ha sempre avuto valore: quando iniziare la nuova semina, dove trovare cose, mappe e Storie e storie – erano sempre ottime per un pasto e la compagnia. L’informazione era una cosa preziosa, e coloro che l’avevano o potevano ottenerla potevano far pagare per i loro servizi.
Negli ultimi anni, ci siamo spostati da una economia di scarsa informazione a una satura di informazione. Secondo Eric Schmidt di Google, ogni due giorni la razza umana produce oggi tante informazioni quante se ne è prodotte dall’alba della civiltà al 2003. Sono circa di cinque exobyte al giorno, per quelli che tengono il conto. La sfida diventa allora, non trovare la rara pianta che cresce nel deserto, ma trovare una specifica pianta che cresce nella giungla. Avremo bisogno di aiuto per navigare queste informazioni e raggiungere ciò di cui abbiamo bisogno.
Le biblioteche sono luoghi in cui le persone vanno per trovare informazioni. I libri sono soltanto la punta dell’iceberg dell’informazione: ci sono, e le biblioteche possono fornirti libri legalmente e liberamente. Ci sono più bambini che prendono in prestito libri dalle biblioteche oggi che mai in passato – libri di tutti i tipi: cartacei, digitali, audiolibri. Ma le biblioteche sono anche, per esempio, un posto dove le persone, che potrebbero non avere un computer, che potrebbero non avere una connessione internet, possono navigare in rete in modo gratuito: incredibilmente importante quando il modo di trovare annunci di lavoro, fare domanda per un lavoro o per indennità si sta trasferendo sempre più online. I bibliotecari possono aiutare queste persone a navigare il mondo.
Non credo che tutti i libri possano o debbano trasferirsi su uno schermo: come Douglas Adams mi ha detto una volta, oltre venti anni prima che il kindle diventasse realtà, un libro è come uno squalo. Gli squali sono anziani: c’erano squali nell’oceano prima dei dinosauri. E la ragione per cui ci sono ancora squali in circolazione è che gli squali sono migliori di qualsiasi altra cosa nell’essere squali. I libri cartacei sono duri, difficili da distruggere, resistenti a un bagno, a energia solare, sono confortevoli in mano: sono ottimi a essere libri, ci sarà sempre un posto per loro. Il loro posto sono le biblioteche, proprio come le librerie sono diventate un luogo in cui si può usufruire di ebook e audiolibri e DVD e contenuti dalla rete.
Una biblioteca è un luogo che è anche un deposito di, e permette a ogni cittadino uguale possibilità di accesso a, informazioni. Comprese quelle sulla salute. E sulla salute mentale. È uno spazio comunitario. È un luogo sicuro, un rifugio dal mondo. È un posto con bibliotecari al suo interno. Dovremmo immaginare oggi quelle che saranno le biblioteche del futuro.
L’alfabetizzazione è più importante di quanto non fosse in passato, in questo mondo di testi ed email, un mondo di informazione scritta. Abbiamo bisogno di leggere e scrivere, abbiamo bisogno di cittadini globali che possano leggere facilmente, comprendere ciò che stanno leggendo, comprendano le sfumature e si facciano capire a loro volta.
Le biblioteche sono davvero i cancelli del futuro. È quindi terribile che, in tutto il mondo, vediamo amministrazioni locali che colgono l’occasione per chiudere le biblioteche come un modo per risparmiare denaro, senza rendersi conto che, letteralmente, stanno rubando dal futuro per pagare il presente. Stanno chiudendo cancelli che dovrebbero essere aperti.
Secondo un recente studio dell’Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica (OECD), l’Inghilterra è “l’unico paese dove il gruppo di età più avanzata ha una competenza di alfabetizzazione e capacità di calcolo del gruppo più giovane, dopo che altri fattori, quali il background socio-economico e il tipo di occupazione sono stati presi in considerazione”.
O detto in un altro modo, i nostri figli e i nostri nipoti sono meno alfabetizzati e meno capaci di fare calcoli di noi. Sono meno capaci di navigare il mondo, di capire e risolvere i problemi. È più facile mentire loro o sviarli, saranno meno capaci di cambiare il mondo in cui si trovano, meno idonei al lavoro. Tutte queste cose. E come paese, l’Inghilterra si troverà dietro altre nazioni sviluppate perché verrà a mancare una forza lavoro capace. E mentre i politici incolpano l’altro partito per questi risultati, la verità è che dobbiamo insegnare ai nostri bambini a leggere e a divertirsi nella lettura.
Abbiamo bisogno di biblioteche. Abbiamo bisogno di libri. Abbiamo bisogno di cittadini alfabetizzati.
Non mi importa – non credo sia importante – se questi libri sono cartacei, o digitali, se si sta scorrendo una pergamena o si sta scorrendo un documento su uno schermo. Il contenuto è la cosa importante.
Ma un libro è anche il contenuto, e quello è importante.
I libri sono il modo migliore per comunicare con i morti. Il modo in cui impariamo lezioni da coloro che non sono più con noi, che l’umanità ha costruito su sé stessa, progredito, ha creato una conoscenza sequenziale piuttosto che qualcosa che debba essere imparato ancora e ancora. Esistono racconti che sono più vecchi di intere nazioni, racconti che sono sopravvissuti a intere culture e agli edifici in cui sono stati raccontati per la prima volta.
Credo che abbiamo responsabilità verso il futuro. Responsabilità e obblighi verso i bambini, verso gli adulti che quei bambini diventeranno, verso il mondo che si troveranno ad abitare.
Abbiamo l’obbligo di usare la lingua. Di spingerci oltre: scoprire il significato delle parole e come usarle, di comunicare con chiarezza, di dire ciò che vogliamo dire. Non dobbiamo tentare di congelare il linguaggio, o di pensare che sia una cosa morta che deve essere adorata, dovremmo usarlo come una cosa viva, che scorre, che prende in prestito parole, che permette a significati e pronunce di cambiare nel tempo.
Tutti noi – adulti e bambini, lettori e scrittori – abbiamo l’obbligo di sognare a occhi aperti. Abbiamo l’obbligo di immaginare. È facile fare finta che nessuno può cambiare nulla, che viviamo in mondo in cui la società è enorme e l’individuo è meno che niente: un atomo in un muro, un chicco di riso in un campo. Ma la verità è che gli individui cambiano il loro mondo di continuo, costruiscono il futuro, e lo fanno immaginando che le cose possono essere diverse.
Guardate intorno a voi: dico davvero. Prendetevi una pausa per un momento e guardate intorno a voi, nella stanza in cui vi trovate adesso. Sto per sottolineare qualcosa di così ovvio che tende a essere dimenticato. È questo: ogni cosa che vedete, inclusi i muri, è stato, a un certo punto, immaginato. Qualcuno ha deciso che era più facile sedere su una sedia che sul terreno e ha immaginato la sedia. Qualcuno ha dovuto immaginare un modo perché io potessi parlare a tutti voi a Londra proprio adesso senza che piovesse sulle nostre teste. Questa stanza e le cose al suo interno, e tutte le altre cose in questo edificio, in questa città, esistono perché, ancora e ancora e ancora, le persone le hanno immaginate. Hanno sognato, hanno meditato, hanno creato cose che non funzionavano benissimo, hanno descritto cose che non esistevano e la gente ha riso di loro.
E poi, col tempo, sono riusciti. Movimenti politici, movimenti personali, tutto è cominciato con persone che hanno immaginato un altro modo di esistere.
Abbiamo l’obbligo di creare cose belle. Non lasciamo il mondo più brutto di come lo abbiamo trovato, non svuotiamo gli oceani, non lasciamo i nostri problemi alla prossima generazione. Abbiamo l’obbligo di ripulire quello che abbiamo sporcato, e non lasciare ai nostri figli un mondo che abbiamo avventatamente incasinato, imbrogliato e menomato.
Abbiamo l’obbligo di dire ai nostri politici quello che vogliamo, di votare contro i politici di qualsiasi partito che non comprendono l’importanza della lettura nel creare cittadini produttivi, che non vogliono agire per preservare e proteggere la conoscenza e incoraggiare l’alfabetizzazione. Non è un problema di politica dei partiti. È un problema di umanità.
Una volta venne chiesto ad Albert Einstein come rendere i bambini intelligenti. La sua risposta fu allo stesso semplice e saggia. “Se volete che i bambini siano intelligenti”, disse, “leggete loro le favole. Se volete che siano ancora più intelligenti, leggete loro altre favole.”
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