LA PROVA DEL SE: LIBERI DA TUTTO
Decluttering significa decongestionare, riorganizzare, è una pratica che consiste nel “buttare via tutto l’inutile” per riguadagnare spazio per sé e per fare spazio a tutto ciò che c’è di nuovo, con una rinnovata consapevolezza di quello che veramente ci serve e quanto, invece, non fa altro che complicarci l’esistenza. Il decluttering nasce come un approccio che serve a mantenere gli spazi ordinati e liberi da ingombri inutili. Pur trattandosi di una pratica nata per riorganizzare l’ambiente, è possibile applicarla in toto alla vita, a partire dalla propria identità.
Certo, con gli ambienti è più semplice. Basta fare una cernita delle cose che non si usano più da mesi o addirittura da anni e gettarle via senza indugio e rimorsi! Quando si tratta di decongestionare se stessi il discorso si complica: siamo fatti di pensieri automatici, comportamenti istintivi, sensi di colpa, meccanismi inconsci, paure inespresse… Il lavoro è più faticoso, ma di certo potremmo uscirne alleggeriti.
Decongestionare la propria identità ed eliminare le etichette auto-limitanti, nel tempo ci siamo abituati ad etichettarci con vari aggettivi pigro, svogliato, insicuro, timido, introverso… ma quante di queste caratteristiche ci stanno strette? Descrivere se stesso è utile, ci consente di orientarci… tuttavia alcune etichette sembrano essere più una condanna che un punto di riferimento da cui partire. Se non credi che si possano cestinare delle caratteristiche personali, ti sbagli! Tutto è possibile quando si lavora profondamente su se stesso. Spesso rimaniamo legati a modi di fare e di essere (così come agli oggetti) per un attaccamento al passato o per timore del futuro. Talvolta, invece, non riusciamo a caratterizzarci diversamente solo perché non abbiamo ancora esplorato nuovi modi di essere (e quindi non li conosciamo). Quando ci affibbiamo determinate etichette ci auto-limitiamo, poniamo dei limiti a ciò che potremmo o non potremmo fare, poniamo dei limiti a ciò che potremmo e non potremmo essere. Un esempio? “Non vado a quella festa perché sono troppo timido“. Se proviamo a contestualizzare la caratteristica possiamo assistere a una vera evoluzione. Per esempio, chi a scuola è stato emarginato, può affermare: “in passato sono stato emarginato, le circostanze mi hanno indotto a essere insicuro e temere il giudizio altrui, ma nel presente ho acquisito nuove abilità sociali, non vedo perché dovrei rifiutare l’invito a quella festa!”
Possiamo riorganizzare, possiamo imparare a dare nuovi significati alle “nostre etichette” fino a riorganizzarne completamente il contenuto. Nel “decongestionare” la nostra identità dobbiamo ricordare che siamo in continua evoluzione e per questo, ciò che ieri era vero su di noi, può non essere più vero oggi! Cresciamo, acquisiamo nuove informazioni, esploriamo nuovi mondi, affiniamo preferenze, gusti… ci modelliamo sulla base del nostro ambiente. Possiamo modellarci passivamente o attivamente… sta qui la grossa differenza!
Il Decluttering nasce per riprendersi i propri spazi senza essere schiavi del superfluo. Quanto spazio, nella tua stanza o nella tua casa, è destinato a oggetti che non usi? Inizia dai cassetti e fai un elenco di ciò che hai, poniti un semplice quesito: “quali sono le cose che non userai?”. Cerca di individuare ciò che non butti solo perché pensi che sia un peccato o uno spreco…. è un peccato occupare spazio prezioso nella tua vita! E’ uno spreco privarti di spazio dedicandolo al superfluo! Talvolta non riusciamo a sbarazzarci degli oggetti perché siamo legati a ciò che ci evocano: un biglietto del cinema, una vecchia brochure, un portafogli che è ormai diventato un cimelio… Osservando questi oggetti rievochiamo il passato, un passato che continua a occupare uno spazio emotivo. Continuando a investire in quegli oggetti, togliamo spazio al nuovo. In queste circostanze, possiamo gettare via gli oggetti a cuor leggero, con la consapevolezza che il ricordo di quell’episodio fa parte del nostro bagaglio di esperienze ma che non ha nulla a che vedere con il nostro presente. Altre volte, invece, non gettiamo via gli oggetti per non rimarcare un nostro fallimento . L’attrezzatura da golf usata poco, uno strumento musicale, un qualsiasi oggetto acquistato e rivelatosi inutile… Quanti utensili da cucina ci sono che non usi? Prendi atto dell’acquisto sbagliato, e sbarazzatene! Possiamo ammettere con noi stessi di aver fatto un cattivo investimento di denaro, ciò non qualifica il nostro valore! Se non ti piace l’idea dello “spreco”, non gettare, raccogli tutto in cassette e concedile in beneficenza!
Riuscire a sbarazzarsi degli oggetti superflui è sintomo di emancipazione emotiva, di non attaccamento e di una mentalità propositiva, elastica e volta al presente. Migliorare il proprio ambiente di vita significa curare il proprio spazio e salvaguardare la propria autostima. Già viviamo con grossi carichi emotivi interiori riconducibili al passato, proviamo quantomeno a liberarci dei carichi fisici che non fanno altro che appesantire il nostro presente.
Liberati dei falsi amici è un altro caso caso, rimanendo legato ai falsi amici, ti precludi la possibilità di legare con veri amici e conoscere persone più interessanti. Quali sono le persone che ti fanno sentire a disagio? Che non ti stimano e viceversa, non meritano la tua stima…? Riorganizza le tue relazioni, solo così potrai dare spazio a legami più funzionali. La paura di rimanere soli ci fa accettare compromessi scomodi, anche in questo caso un profondo lavoro su se stessi può essere risolutivo.
Passiamo poi a decongestionare i nostri obiettivi, molti di noi hanno iniziato un cammino con la convinzione di raggiunge obiettivi importanti. C’è tanta nobiltà nel perseguire i propri sogni, tuttavia, quando l’incantesimo non avviene e ci troviamo intrappolati in una situazione che ristagna da anni, abbiamo il dovere di guardare in faccia la realtà e rimetterci in discussione.
Un altro esempio pratico è dato da chi ha intrapreso un’attività in proprio, come un negoziante che si rifiuta di chiudere bottega nonostante i debito o gli introiti inesistenti. Prendere atto che un obiettivo è andato male non è qualcosa di catastrofico, gli imprevisti e le difficoltà, fanno parte della vita. Dobbiamo imparare a conviverci e sapere quando è il momento di voltare pagina e volgere lo sguardo a nuove situazioni.
Ecco una regola universale. Quando investiamo energia in una qualsiasi attività, dovremmo fare un rapito bilancio costi/benefici. In questo modo possiamo avere sempre una chiara idea sul perché facciamo ciò che facciamo. Dare significato alle nostre azioni ci fa sentire in pace con noi stessi e soprattutto ci fa capire che non stiamo sprecando il nostro tempo.
Se guardiamo la nostra società, ci renderemo conto che consideriamo la maggior parte delle persone libere di scegliere. D’altra parte, che senso avrebbero altrimenti la democrazia o le stesse norme e leggi che puniscono proprio la mancanza di responsabilità connessa alla libertà?
“L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi.”
-Erich Fromm-
Dichiararsi liberi significa dichiararsi autonomi. Quando siamo liberi, siamo responsabili delle nostre decisioni, poiché siamo noi che le abbiamo prese e per questo acquisiamo autonomia, con tutti i pro e i contro. Assumersi la responsabilità di quello che si dice implica il coraggio di essere liberi di intraprendere una strada. Un prezzo che cercheremo di anticipare, ridurre e, in ultima istanza, assumerci, sapendo che poi lo dovremo pagare. Accettiamo che alla nostra decisione corrisponda un rischio che può spingere le conseguenze verso un versante o un altro. Questo rischio sussiste perché la maggior parte delle volte non siamo gli unici scultori della realtà, bensì entrano in gioco anche altri fattori. Essere liberi e pensare a se stessi richiede anche una concessione: il permesso di sbagliare. Insieme a questo, anche il permesso di fallire e riprovarci. Ecco che entrano di nuovo in gioco i concetti di responsabilità e prezzo. Per esempio, molti genitori non realizzano diversi progetti di loro gradimento perché sanno di avere delle responsabilità nei confronti dei loro figli e che a volte seguire i loro desideri comporterebbe un prezzo che ricadrebbe sulla famiglia.
Essere liberi implica correre dei rischi, la libertà esige che ci si faccia carico del peso delle proprie decisioni. La libertà non è solo fare ciò quello che si vuole in un dato momento, ma anche disegnare e costruire il proprio cammino decidendo come, dove e con chi percorrerlo. Essere liberi significa essere autonomi per poter decidere per sé.
La mia libertà finisce dove inizia la vostra, il limite della libertà è costituito dalla convivenza con altre libertà, la morale e l’etica. Siamo liberi in uno spazio limitato, che è segnato dai nostri stessi valori, che è dettato anche dalle leggi. In alcuni settori queste leggi saranno più restrittive dei nostri valori personali, in altri no e sorgerà il conflitto. La libertà e l’autonomia ci danno un margine di manovra minore di quello consentitoci dalla nostra immaginazione.
Uno dei valori condivisi dalla maggior parte delle persone è quello di non arrecare danno agli altri. Da ciò deriva questa famosa massima che recita la mia libertà finisce dove comincia la vostra. Seguire questa regola è già di per sé una lezione poiché, in caso di violazione delle leggi, viene determinata una punizione da parte di chi definisce l’accaduto come reato.
“Libertà non è l’assenza di obblighi, bensì la capacità di scegliere e di impegnarmi in ciò che ritengo sia meglio per me”. (Paulo Coelho)
Per concludere, noi disponiamo di un vasto numero di opzioni che ci disorientano, abbiamo provato tutti questa sensazione qualche volta. Andiamo a comprare una penna e ve ne sono moltissimi tipi diversi. A primo impatto, sembra un’azione alla quale non dedicheremo molto tempo, ma non è strano, invece, impiegare 10 minuti per scegliere una penna. È così che questa libertà in qualche modo sequestra la nostra volontà, come se questo numero di opzioni tanto grande in realtà ci fosse di intralcio.
Con i suoi paradossi e le sue qualità, la libertà è uno dei nostri grandi privilegi. La maggior parte di noi conta su un buon margine di libertà per decidere e crescere in un modo, in fondo tanto dipendente , quanto autonomo.
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