DEVO VS VOGLIO




Volere è potere! ma quando e se vuoi veramente qualcosa fai di tutto affinché quel qualcosa si realizzi. Ma quando le nostre scelte hanno origine dalle nostre motivazioni, dai nostri desideri e quante invece provengono da lontano, nascono dalle motivazioni e dai desideri di qualcun altro (dovere)!  famiglia di origine,  altre persone importanti, un mentore, un insegnante, un nostro partner... A volte le scelte più importanti vengono fatte in giovane età e sia il sostegno emotivo  che economico dei nostri cari è fondamentale, questo diventa fondamentale per cercare di non deludere le loro aspettative.  Questa strada è stata intrapresa perché siamo stati noi a volerlo davvero o perché era la più sicura, la più conosciuta, quella che ci rimandava parole, pensieri, voleri familiari, il mandato familiare ce lo portiamo dentro da sempre e, anche inconsciamente, anche quando pensiamo di vivere in modo diverso, questo mandato influenzerà in qualche modo le nostre scelte.
Pensiamo anche alla scelta del partner. Quanti si accorgono solo tempo dopo che ciò che ci attraeva della persona che abbiamo scelto di avere accanto ha degli aspetti caratteriali simili a quelli dei nostri genitori, magari proprio gli aspetti che ci facevano innervosire. 
Questo succede semplicemente perché ci ricreiamo situazioni a noi familiari, e anche se non ci piacciono, sono situazioni che inizialmente ci fanno sentire al sicuro perché le conosciamo già e crediamo di essere in grado di saperle gestire. Non sempre è così, alcune situazioni ci mettono davvero al sicuro, altre invece ci riportano a vivere esperienze, emozioni che invece ci fanno sentire bloccati e in trappola. 
Come facciamo a riconoscere quando le nostre scelte sono dettate dal dovere e non dal volere? 
Non è sempre facile riconoscerle, di sicuro vengono fuori quando emerge un malessere e come gestire questa consapevolezza dipende dalle singole situazioni, ciò che è importante è utilizzare questa consapevolezza per le scelte future.  Dovremmo usare il nostro intuito e provare a fidarci di noi stessi. Sicuramente resterà un po' di paura ma questa piano piano diminuirà affrontando le nostre sfide e imparando a fidarci di noi stessi e delle nostre scelte. 
Volere, dovere...a volte coincidono, altre volte provengono da desideri completamente diversi tra loro. Tocca a noi scavare, scoprire e...continuare a scegliere.

Alleniamo ora il volere e il dovere, vediamo che quello che facciamo ogni giorno dipende da un devo o da un voglio, il devo viene da fuori, mentre il voglio da dentro. Fra i due, solo voglio è connesso con i nostri valori, deriva dal vivere secondo le nostre intenzioni ma spesso è figlio del voglio. Nella maggior parte delle volte i devo non sono frutto di nostre scelte, ma della nostra incapacità di dire di no per trovare tempo per noi stessi, dello stato di perenne distrazione in cui viviamo che ci porta a confondere ciò che devo con ciò che voglio .
Iniziamo a togliere i "non ho tempo"! se lo usiamo significa non è importante, se lo fosse, troveremo il tempo.

Vediamo ora qualche caratteristica del volere vs potere. Quando ci troviamo a questo incrocio, la difficoltà di scegliere quale strada imboccare è dovuta al sovraccarico del nostro cervello. Siamo così pieni di cose da fare che non abbiamo più tempo per annoiarci, non abbiamo più tempo per pensare, e non siamo più capaci di rallentare per farlo. Ogni tanto facciamo cortocircuito e ci ammaliamo di ADT (attention deficit trait), una “malattia” molto simile al disturbo da deficit di attenzione, ma non genetica, bensì indotta dai ritmi della vita moderna. I sintomi dell’ADT sono l’incapacità di scegliere, la sensazione di non essere in grado di esprimerci al meglio anche se stiamo dando il massimo e più, una lista di cose da fare che non finisce mai, condita dalla desolazione di dimenticare troppo spesso le cose importanti o, peggio ancora, di non riuscire a dedicare il nostro tempo alle cose importanti presi come siamo da cercare di rispondere all’ultimo stimolo che abbiamo ricevuto. Spossati. Sfiniti. Sconfitti. Ci battiamo ogni giorno come un toro che attende il colpo mortale, a differenza del toro però, noi abbiamo una via di scampo.

Quando decidi di seguire i tuoi voglio, che strada prendi? Anche se questo non succede da tempo,  sei capace di rispondere senza stare a pensarci, identificare i propri voglio è difficile, ma se ci guardiamo indietro e ripercorriamo la strada sulla quale abbiamo lasciato le nostre impronte troviamo molte risposte agli interrogativi che riguardano la nostra vocazione.

Altro problema sono le priorità se non  le esterniamo,  corriamo il rischio che qualsiasi devo suoni più importante dei nostri voglio. Così ce ne restiamo un’ora in più in ufficio per finire un progetto importante senza renderci conto che è una cosa che non rimpiangeremo mai, mentre al nostro funerale saremo noi a piangere pensando a tutte quelle sere in cui abbiamo lasciate sole a case moglie e figlia per finire un lavoro che chissà cos’era. Le conseguenze di non avere un piano di vita sono nefaste, l’unico modo per evitarle è smettere di ascoltare gli altri e cominciare a dare ascolto a se stessi, non c’è nessun altro al mondo che ci conosca così bene da poterci dire cosa fare e cosa no.

Scoprire i nostri voglio non è complicato, però, richiede il guardarci dentro, un modo per  i scoprire i nostri voglio potrebbe essere rispondere alla domanda: cosa faresti se potessi fermare il tempo per un giorno e fare quello che vuoi?
Altro sarebbe scrivere il nostro elogio funebre come verrebbe recitato oggi se fossimo morti l’altro ieri; oppure assumere la decisione di imparare qualcosa di nuovo ogni mese, non importa cosa: quando al centro ci siamo noi, prima o poi quello che abbiamo scelto si contamina dando forma al nostro vero io, teniamone traccia magari in un diario  di tutte le cose che ci passano per la testa, così da identificare la strada dei voglio.

Concludendo vediamo che quando sai perché sei qui per fare cosa sei stato messo su questa terra è davvero sfidante tornare alla vita di prima ed essere soddisfatto. Meglio provarci e fallire che non provarci affatto, perché quello è il vero fallimento: accettare per scelta di non vivere la nostra vita, ma quella che dovremmo vivere. Non quella che voglio, ma quella che devo, o meglio quella che voglio dovere perché non voglio volere la mia.


Cominciamo a dedicare del tempo a noi stessi è necessario bloccare delle ore sul nostro calendario, proviamo ad avere un progetto per coltivare i nostri voglio ci aiuta a definire gli obiettivi da raggiungere, e questo mette in moto un meccanismo che alla lunga ci porta a vivere intenzionalmente,  senza stare a fare mille ragionamenti e pensieri.  Quelo che fa la differenza è mettere nero su bianco un voglio ogni giorno e agire per realizzarlo, prendendosi un rischio quando è necessario, muovendo un passo in avanti ogni giorno e facendo ogni giorno qualcosa per noi.  I voglio e non i devo e se continuiamo a scegliere i voglio prima o poi i voglio sceglieranno noi!

È questa la sfida.

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