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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

23c) il dolore psicologico come gestirlo e affrontarlo

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  Il  dolore psicologico  è una condizione che, prima o poi, investe chiunque. La vita infatti porta con sè momenti difficili come la perdita di una persona amata, una delusione, un tradimento. Istintivamente di fronte ad un  dolore psicologico  potremmo iniziare a ricercare ossessivamente pensieri che possano lenire questo dolore, ritrovandoci però spesso a girare su noi stessi, senza riuscire a elaborare una vera soluzione. Oppure potremmo cercare modi per anestetizzare e non sentire questo dolore. Queste soluzioni automatiche però, nella realtà, non risolvono il problema e rischiano di rallentano il normale processo di elaborazione del  dolore psicologico. L’esperienza del dolore Ci sono momenti in cui l’unica vera essenza di ciò che proviamo sembra racchiudersi nel dolore. Sono momenti in cui, oltre alla totale assenza di una possibile via d’uscita, percepiamo di non essere più quelli di prima: abbiamo difficoltà di concentrazione, ci sentiamo stan...

23) USCIRE DALL'EMOZIONE E ANDARE AVANTI:

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  Definizione Vulnerabilità sociale e materiale significa vivere in una condizione di incertezza, suscettibile di trasformarsi in vero e proprio disagio economico e sociale. Attraverso un indicatore proposto da Istat, è possibile stimare per ciascun territorio la sua vulnerabilità, a partire dalle caratteristiche di chi ci abita. Più è alto, maggiore è il rischio di disagio e vulnerabilità in quella zona. Se inferiore a 97 il territorio ha un basso indice di vulnerabilità, tra 97 e 98 il rischio è medio-basso, tra 98 e 99 rischio medio, tra 99 e 103 rischio medio-alto, sopra 103 rischio alto Questo indice è utile perché condensa in un’unica misura diversi indizi che segnalano possibili situazioni di sofferenza. Ad esempio la presenza di genitori single con figli, di giovani che non studiano e non lavorano, di famiglie numerose e in abitazioni sovraffolate, di anziani soli, di persone senza titolo di studio. Dati La vulnerabilità sociale di un territorio viene calcolata sulla base d...

22b) Ragionamento emotivo: quando le emozioni offuscano i pensieri

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Il ragionamento emotivo è un processo cognitivo per via del quale diamo forma a un’idea o a una convinzione in base al modo in cui ci sentiamo. È probabilmente la modalità più comune di auto-sabotaggio, quella per cui ci sentiamo tristi perché ci succedono solo disgrazie, quella per cui siamo gelosi perché il nostro partner, segretamente e quando meno ce l’aspettiamo, ha intenzione di tradirci. Ragionare in base a come ci sentiamo, l’abbiamo fatto tutti più di quanto crediamo. È una trappola, un trucco che ci gioca il nostro cervello, che in certi momenti ha difficoltà ad interpretare e gestire correttamente le emozioni. Non avranno alcuna importanza i fatti concreti, perché qualsiasi elemento obiettivo e razionale verrà deliberatamente ignorato o scartato a favore della “verità” sostenuta dai sentimenti. “Se i nostri pensieri rimangono arenati per via di significati simbolici distorti, ragionamenti illogici e interpretazioni sbagliare, diventiamo in realtà ciechi e sordi” -A. Beck- Ad...

23b) gestire le emozioni

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  A che cosa servono le emozioni? Perché le emozioni ci aiutano a vivere meglio Forse vi meraviglierà sapere che  nei momenti più critici della vita sono le emozioni a guidarci nella gestione di un evento . È molto probabile che non ve ne siate accorti in quanto avete agito d’istinto prima che il pensiero si sia attivato, ovvero prima che abbiate registrato  mentalmente  l’evento. Ciò è spiegato dal fatto che l’amigdala, una zona del cervello preposta all’attivazione delle reazioni emotive, provvede a dare un segnale di allarme prima che lo stesso sia recepito come tale da quella parte del cervello che è invece deputata ad organizzare una risposta di tipo logico-razionale. In una condizione che suscita la  paura , lo stato di  ansia  e il suo vissuto fisiologico correlato (aumento del battito cardiaco e della sudorazione, riduzione del ritmo respiratorio, paralisi corporea), consentono di mobilitarsi per mettere in guardia dal pericolo. Quando per esem...

23a) Gli autoinganni: le strategie della mente per non farci sentire le emozioni spiacevoli

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  Gli esseri umani sono dotati di un sistema di elaborazione delle informazioni di tipo sensomotorio (fisico), emotivo e cognitivo. Quindi tutto ciò che ci accade viene elaborato da diversi canali: le sensazioni fisiche ci comunicano qualcosa nel momento in cui le percepiamo ma solo se contemporaneamente avviene un “etichettamento”, cioè viene dato un nome e una spiegazione all’emozione. L’elaborazione delle emozioni richiede, infatti, di dare un significato alle sensazioni fisiche provate in funzione a ciò che sta avvenendo. Se una sensazione fisica si presenta ma a livello cognitivo non viene data una spiegazione dell’emozione provata e un senso a ciò che sta avvenendo, è molto probabile che quella sensazione fisica rimarrà “bloccata” a livello fisico: a lungo termine possono presentarsi sotto forma di fastidi, disagi, dolori o sintomi inspiegabili che talvolta, se non compresi, possono acutizzarsi o cronicizzarsi. PERCHÉ A VOLTE CERCHIAMO DI NON PROVARE EMOZIONI? La mente vuole ...

22b) allenare la percezione

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  Il movimento rafforza la percezione corporea, la percezione corporea rafforza il movimento. L’uno non può esistere senza l’altra. Se non possiamo percepire – in modo cosciente o inconscio – la posizione e il movimento delle singole parti del corpo non possiamo controllare alcun movimento. Percezione corporea, cinestesia, sensibilità profonda, propriocezione: tante parole diverse per descrivere la stessa percezione sensoriale; la consapevolezza del proprio corpo, la percezione della posizione e del movimento. Si tratta della capacità di riconoscere la direzione e la velocità di un movimento, di prendere coscienza del tono muscolare e del cambiamento della postura. Un processo che coinvolge tre sensi grazie al senso della posizione, sappiamo anche senza l’aiuto della vista, dove e in che posizione si trovano i vari segmenti del nostro corpo; il senso di posizione serve per orientarsi attraverso la posizione degli arti; il senso del movimento comunica l’ampiezza del proprio moviment...

22c) autosabotaggio ecco come ti impedisci di essere felice

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  La parola la dice lunga sul suo significato: autosabotaggio o auto-sabotaggio che dir si voglia. Vuol dire sabotarsi da soli: trovare argomenti per “non fare” una certa cosa, e dove gli argomenti non bastano ci sono le sensazioni e le emozioni. P.s: Sabotarsi deriva dal Francese e in particolare dalla parola “sabot” che indica gli zoccoli. Quindi, riferito ad un uso degli stessi:”colpire con gli zoccoli” per bloccare o impedire a un sistema: macchinario, catena di montaggio o altro, di proseguire il suo ciclo. Si intende anche come “zeppa”: collegata agli zoccoli che hanno una zeppa ( suola ). Facile immaginare a cosa serve una zeppa: bloccare, frenare e impedire una azione. Si, perché le emozioni che senti, sono espressione diretta di quello che inconsciamente pensi: come il dolore di una bucatura avvisa i tuoi sensi che quella cosa è dolorosa, si tratta del modo che la mente ha per farti capire qualcosa. Per mostrarti un pericolo ( presunto o reale), o per impedirti di compiere...