CONSIGLI DI NIETZSCHE, PER DIVENTARE SE STESSI
Abbiamo il coraggio di portare avanti i tesori che si nascondono dentro di noi, oppure no?
Sembra che gli uomini moderni si annoino smisuratamente l’un l’altro e che alla fine trovino necessario rendersi interessanti con l’aiuto di tutte le arti. Allora si fanno servire dai loro artisti cibi stuzzicanti e forti, si cospargono con tutte le droghe dell’Oriente e dell’Occidente, e, certo, ora emanano un odore molto interessante, l’odore appunto di tutto l’Oriente e l’Occidente. […] questi uomini moderni, vogliono essere ad ogni costo interessanti e interessati […] i ribelli solitari, tutti coloro che guardano a fini superiori e più lontani, sono messi al bando. […] Ma adesso proprio questi talenti vengono distolti dalla loro strada proprio dalle voci tentatrici della «cultura» alla moda e resi estranei al loro istinto; questa tentazione si rivolge alle loro tendenze egoistiche, alle loro debolezze e vanità; lo spirito del tempo sussurra loro con insinuante assiduità: «Seguitemi e non andate là! Infatti lì siete servi soltanto, aiuti, strumenti, offuscati da nature superiori, mai contenti della vostra personalità, tirati per il filo, messi in catene, come schiavi, anzi automi; con me invece voi godete, da padroni, la vostra libera personalità, le vostre doti possono risplendere per se stesse, voi stessi potrete stare nelle prime file, un grandissimo seguito vi corteggerà e l’acclamazione della pubblica opinione dovrebbe rallegrarvi assai più dell’approvazione aristocratica »
Così scriveva Nietzsche nelle sue Considerazioni Inattuali, che oggi mi sembrano più attuali che mai. Diceva Nietzsche che nessuno può costruirti il ponte sul quale tu devi attraversare il fiume della vita, nessuno se non tu stesso. Ci sono infiniti sentieri, ponti e semidei pronti a portarti oltre il fiume; ma solo al prezzo di te stesso: tu daresti in pegno te stesso e ti perderesti.
Io sono convinta che per trovare se stessi bisogna conoscere quello che è possibile conoscere, ossia il mistero, e amarlo, amarlo davvero. Sembra banale, ma come osservava anche un mistico dell’antica Grecia sembra essere la cosa più facile e invece è la cosa più difficile di tutte. Ma come possiamo almeno avvicinarci a questo mistero?
Come può l’uomo conoscersi? È una cosa oscura e velata; e se la lepre ha sette pelli l’uomo può toglierne sette volte settanta e neppure allora potrà dire: «questo ora sei realmente tu, non è più scorza». Inoltre, scavare se stessi in questo modo e sprofondare così per la via più diretta nel pozzo della propria esistenza, è un inizio tormentoso e azzardato. Con che facilità ci si possono produrre cosi delle ferite che nessun medico può sanare. E per giunta: a che scopo ciò sarebbe necessario, quando tutto testimonia del nostro essere: le nostre amicizie e le nostre inimicizie, il nostro sguardo, la nostra stretta di mano, la nostra memoria e ciò che dimentichiamo, i nostri libri e i tratti della nostra penna. Ma ecco il mezzo per realizzare l’interrogatorio più importante. Guardi la giovane anima indietro nella propria vita, e si chieda: che cosa hai veramente amato finora, che cosa ha attratto la tua anima, che cosa l’ha dominata e allo stesso tempo resa felice? Allinea davanti a te questi venerati oggetti ed essi, forse, con il loro essere e la loro successione, ti daranno una legge, la legge fondamentale di te stesso.
“Diventare se stessi” significa che “chi si è” non è più determinato dalle opinioni degli altri, dalla loro presenza o dalle circostanze.
Ascoltare la polifonia della vita sapendo che il proprio “punto di vista” non coincide con la Verità poiché alterato dalla memoria della propria esperienza. È più facile credere alle risposte già pronte, alle verità rivelate che essere onesti e ammettere di “non sapere” niente.
Imparare a “tornare bambini” nel senso di liberarsi da ciò che si crede di sapere su di sé e sulla vita.
Una volta capito che la propria personalità/carattere è una costruzione, costruire almeno qualcosa che sia di proprio gradimento. Solo quando non ci si conosce, l’opinione delle altre persone diventa importante: ciò che uno pensa di sé o ciò che gli altri pensano non ha alcun significato esistenziale.
Essere consapevoli che la maggior parte dei desideri sono stati indotti dal proprio ambiente sociale, bello o brutto, tradizionale o alternativo che sia.
L’integrità non riguarda solo il modo in cui ci si comporta in società. Riguarda prima di tutto il modo in cui ci si comporta con se stessi.
Si deve vivere con forza. Forza non in termini di sopraffazione degli altri, ma di forza in se stessi.
La vera libertà è diventare liberi da tutto, incluso se stessi.
Commenti
Posta un commento
...