IL LINGUAGGIO DEL CORPO




Il nostro modo di esprimerci considera due modalità, da un lato c'è la comunicazione verbale e dall'altro il linguaggio del corpo, fatto di gesti, mimica creano quello che è il nostro modo di rapportarci agli altri. Negli ultimi decenni il linguaggio del corpo è stato oggetto di approfondite ricerche e studi accademici, perché considerato un aspetto importante della comunicazione. La posizione che assume il corpo è emblematica, e lo è nell'esprimere dolore, disperazione o gioia, con gesti plateali o con manifestazioni appena percettibili, che devono essere interpretate per intuire la reale portata del sentimento. 
Gli studiosi considerano il linguaggio del corpo la forma di comunicazione più forte ed energica. Ed è questa analisi a farci intuire quanto risulti importante conoscere il linguaggio del corpo e soprattutto saperlo interpretare. Saper leggere il linguaggio del corpo ci permette di capire che cosa una persona pensa davvero anche quando desidera tenere per sé i pensieri o non riesce a liberarsene e mentire sembra essere la soluzione perfetta per non affrontare un problema. Conoscere il linguaggio del corpo è importante per il datore di lavoro che deve assumere una persona e desidera capire chi ha davvero di fronte, può essere utile per comprendere se il nostro interlocutore ci ha detto la verità, per aiutare un bimbo che vive una situazione familiare drammatica ma non riesce ad esprimersi.

TRUCCHI PER INTERPRETARE IL LINGUAGGIO DEL CORPO

Per interpretare il linguaggio del corpo è necessario prestare la massima attenzione ai segnali. Possiamo imparare leggendo libri che trattano l’argomento. Possiamo  iniziare con il fare tesoro di pochi e semplici trucchi, che consentono di interpretare il linguaggio del corpo in maniera ineccepibile, intuendo che cosa si nasconde ‘dietro la facciata‘.
Interpretare il linguaggio del corpo si rivela utile in situazioni più futili come nel gioco della seduzione e del corteggiamento, ma anche in momenti importanti come un esame o un colloquio di lavoro. Partiamo dal considerare l’importanza dei palmi delle mani che, in caso risultino aperti, sono sinonimo di onestà. Vediamo ora vari esempi:
- Chi ci sorride di norma si propone con serenità, ma a tradirlo, nel caso in cui il sorriso non risulti sincero, sono le rughe che si formano attorno agli occhi. Nel caso in cui il sorriso sia falso le rughette non ci sono. Il viso è importante nella comunicazione del corpo e se lo si tocca ripetutamente, così come le mani, si lascia intuire una certa dose di disagio e nervosismo.
- Le sopracciglia, nel caso risultino sollevate, sono indice di disagio.
- Le gambe ed i piedi son un altro indicatore. Se chi avete davanti non riesce a tenerle ferme è chiaro che sta vivendo uno stato conclamato di agitazione.
Per sapere che cosa pensa davvero colui che abbiamo davanti a noi è determinante osservare con attenzione il volto
- Il viso è molto rilevante ed è bene valutare se fra le due parti del volto c’è simmetria nelle espressioni, se una parte del volto risulta più attiva rispetto all’altra l’individuo finge, è una certezza.

Quando pensiamo al corpo la prima cosa che ci viene in mente è la forma, lo sviluppo scheletrico, la struttura muscolare, l’apparato ormonale, insomma, cadiamo nell’errore di considerarlo un qualcosa solo di materiale, di tangibile. Nulla di più sbagliato!
Il corpo è il protagonista assoluto della nostra vita, sia in termini di salute bio-fisiologica e per una buona qualità di vita, sia in termini comunicativi e di adattamento sociale. Rappresenta il canale principale di comunicazione e lo fa attraverso le “antenne”, ossia, le sensazioni, una sorta di radar che riceve input e avvia le azioni, guidando le scelte e gli obiettivi. Ma da dove nasce questa capacità? 

COME AVVIENE LA COMUNICAZIONE?

E' chiaro che non comunichiamo solo con le parole, anzi, il verbale è l’ultimo stadio in termini di sviluppo. Esistono molteplici livelli di comunicazione, diversi livelli che formano un fascio di vie interconnesse che unisce chi comunica e chi riceve. Il trasmittente ed il ricevente hanno un mondo proprio, complesso, articolato, costituito da funzionamenti che non sempre sono visibili. Due parti che comunicano non solo con le parole, ma con lo sguardo, il tono di voce, la postura.  Alterazioni sulla struttura del sé andranno ad inquinare la trasmissione del messaggio, il corpo parla più di quanto possano dire le parole, poiché, arriva da meccanismi non controllabili cognitivamente. Immaginiamo una persona con rabbia incapsulata nel tono muscolare, trasmetterà un sottofondo rancoroso nel messaggio. Abbiamo accennato prima alla memoria corporea, a tutti gli esiti negativi e positivi che l’hanno formata, il punto importante è che ha effetto sia sull’interno che sull’esterno, influenzando noi stessi e gli altri. Si esprimono determinati concetti con parole che trasmettono inconsapevolmente, messaggi contraddittori, con modalità non coerenti al contenuto che si vuole passare.

QUANDO E COME SI ALTERA LA COMUNICAZIONE?

L’alterazione nasce da eventi attraversati in maniera negativa, esperienze non vissute nel massimo della funzionalità e non solo, ci sono fasi della vita dove la struttura comunicativa subisce un cambiamento a seguito del momento storico che si sta vivendo o che, sta vivendo l’altro. L’adolescenza, ad esempio, è tra le fasi di vita più difficili, poiché cambia tutto l’assetto della struttura del sé, il genitore si trova davanti ad un corpo grande e non ritrova in esso il suo piccolino. Un corpo che cambia porta con sé cambiamenti anche nella comunicazione. Il feedback che arriva all’adolescente è quello di confusione, il segnale che arriva al genitore è di svogliatezza, distacco dalla realtà, assenza di progettualità. Il genitore si irrigidisce, si spaventa. Il nucleo della difficoltà comunicativa è la perdita di quel contatto primordiale, quel contatto puro e senza inquinamenti cognitivi ed emozionali. Corpi che esprimono il contrario di quello che le parole dicono. Genitori che vivono con imbarazzo il contatto fisico con il figlio, la ragazzina cresce i seni, il ragazzino la barba. Si bloccano i contatti fisici per un senso di vergogna e disagio. Si elimina un pezzo fondamentale della comunicazione, si diventa muti e sordi. 

COSA FARE PER MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE?

Nel mondo intrauterino e alla nascita, abbiamo solo la comunicazione corporea. Con lo sviluppo psicofisico, arriva anche quella verbale. Il corso della vita cambia, rende complessa ed altera questo evolversi naturale.

Cosa si può fare, allora?

  • Per avere una comunicazione efficace, innanzitutto, bisogna essere presenti a se stessi: essere consapevoli di come funzioniamo e di quale storia siamo protagonisti. Inutili i tentativi di mistificare la rabbia attraverso l’estrema dolcezza, inutile apparire ciò che in realtà non si è.
  • Andare oltre il messaggio verbale, scendere oltre la superficie: vuol dire “vedere” cosa ci sta dicendo la persona che abbiamo di fronte, osservare i movimenti del corpo, il tono di voce. Ma osservare anche noi stessi, “sentirci” per monitorarci.
  • Ridondanza senza insistenza: ripetere il concetto, cambiandone la forma, modularsi. Lasciar stare per un po’ e riprendere con calma.
  • Recuperare il contatto: ritornare al vecchio canale comunicativo, una pacca sulla spalla, un abbraccio, guardarsi a fondo negli occhi. Laddove non arrivano le parole, arriva il corpo.

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