IL LINGUAGGIO DEL CORPO
TRUCCHI PER INTERPRETARE IL LINGUAGGIO DEL CORPO
- Chi ci sorride di norma si propone con serenità, ma a tradirlo, nel caso in cui il sorriso non risulti sincero, sono le rughe che si formano attorno agli occhi. Nel caso in cui il sorriso sia falso le rughette non ci sono. Il viso è importante nella comunicazione del corpo e se lo si tocca ripetutamente, così come le mani, si lascia intuire una certa dose di disagio e nervosismo.
- Le sopracciglia, nel caso risultino sollevate, sono indice di disagio.
- Le gambe ed i piedi son un altro indicatore. Se chi avete davanti non riesce a tenerle ferme è chiaro che sta vivendo uno stato conclamato di agitazione.
Per sapere che cosa pensa davvero colui che abbiamo davanti a noi è determinante osservare con attenzione il volto.
- Il viso è molto rilevante ed è bene valutare se fra le due parti del volto c’è simmetria nelle espressioni, se una parte del volto risulta più attiva rispetto all’altra l’individuo finge, è una certezza.
Quando pensiamo al corpo la prima cosa che ci viene in mente è la forma, lo sviluppo scheletrico, la struttura muscolare, l’apparato ormonale, insomma, cadiamo nell’errore di considerarlo un qualcosa solo di materiale, di tangibile. Nulla di più sbagliato!
Il corpo è il protagonista assoluto della nostra vita, sia in termini di salute bio-fisiologica e per una buona qualità di vita, sia in termini comunicativi e di adattamento sociale. Rappresenta il canale principale di comunicazione e lo fa attraverso le “antenne”, ossia, le sensazioni, una sorta di radar che riceve input e avvia le azioni, guidando le scelte e gli obiettivi. Ma da dove nasce questa capacità?
COME AVVIENE LA COMUNICAZIONE?
E' chiaro che non comunichiamo solo con le parole, anzi, il verbale è l’ultimo stadio in termini di sviluppo. Esistono molteplici livelli di comunicazione, diversi livelli che formano un fascio di vie interconnesse che unisce chi comunica e chi riceve. Il trasmittente ed il ricevente hanno un mondo proprio, complesso, articolato, costituito da funzionamenti che non sempre sono visibili. Due parti che comunicano non solo con le parole, ma con lo sguardo, il tono di voce, la postura. Alterazioni sulla struttura del sé andranno ad inquinare la trasmissione del messaggio, il corpo parla più di quanto possano dire le parole, poiché, arriva da meccanismi non controllabili cognitivamente. Immaginiamo una persona con rabbia incapsulata nel tono muscolare, trasmetterà un sottofondo rancoroso nel messaggio. Abbiamo accennato prima alla memoria corporea, a tutti gli esiti negativi e positivi che l’hanno formata, il punto importante è che ha effetto sia sull’interno che sull’esterno, influenzando noi stessi e gli altri. Si esprimono determinati concetti con parole che trasmettono inconsapevolmente, messaggi contraddittori, con modalità non coerenti al contenuto che si vuole passare.
QUANDO E COME SI ALTERA LA COMUNICAZIONE?
COSA FARE PER MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE?
Nel mondo intrauterino e alla nascita, abbiamo solo la comunicazione corporea. Con lo sviluppo psicofisico, arriva anche quella verbale. Il corso della vita cambia, rende complessa ed altera questo evolversi naturale.
Cosa si può fare, allora?
- Per avere una comunicazione efficace, innanzitutto, bisogna essere presenti a se stessi: essere consapevoli di come funzioniamo e di quale storia siamo protagonisti. Inutili i tentativi di mistificare la rabbia attraverso l’estrema dolcezza, inutile apparire ciò che in realtà non si è.
- Andare oltre il messaggio verbale, scendere oltre la superficie: vuol dire “vedere” cosa ci sta dicendo la persona che abbiamo di fronte, osservare i movimenti del corpo, il tono di voce. Ma osservare anche noi stessi, “sentirci” per monitorarci.
- Ridondanza senza insistenza: ripetere il concetto, cambiandone la forma, modularsi. Lasciar stare per un po’ e riprendere con calma.
- Recuperare il contatto: ritornare al vecchio canale comunicativo, una pacca sulla spalla, un abbraccio, guardarsi a fondo negli occhi. Laddove non arrivano le parole, arriva il corpo.
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